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PREPARAZIONE DELL' EQUIPAGGIO |
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COSTITUZIONE TEAM
Mi chiedevo cosa si celasse dietro la scelta di una navigazione in solitario, adesso mi è più chiaro!
La costituzione del team e’ probabilmente l’aspetto più difficile di questa avventura. Sembra facile all’inizio, quando racconti l’Idea e gran parte degli amici a cui ne parli trovano tutto fantastico, sono entusiasti e ti dicono che non vedono l’ora di partire con te. Poi iniziano i problemi.
Ma andiamo con ordine. Primo quesito, in quanti fare la traversata? Se iniziamo a chiedere consigli in giro, le risposte divergono: “…massimo 5, altrimenti non sai dove mettere le cose da mangiare e da bere…” fino a : “…minimo 8 se vuoi fare turni umani…”. Come sempre la verità potrebbe essere a metà strada, ma ho una grande incognita costituita dall’indisponibilità di qualcuno all’ultimo momento. Ho deciso di mettere almeno un punto fermo, partirò con minimo 4 amici e comunque non ne imbarcherò più di 7, oltre me. Oscilleremo quindi tra i due estremi secondo quello che il “fato” deciderà, puntando però ad essere 7 bordo.
Altro argomento è come fare a capire su quali amici puntare. Chi all’ultimo ci mollerà? Chi ha la stabilità emotiva per reggere 18 giorni di mare? Chi creerà problemi a bordo?
Esaminiamo tutti gli aspetti punto per punto. Sapere oggi chi rinuncerà all’ultimo momento è la domanda più difficile ed è quella che mi sono posto più volte. I motivi possono essere di vario tipo: problemi di salute (propria o dei propri cari), impedimenti di lavoro e paura-ripensamento. Il primo è totalmente imprevedibile, una gamba rotta o 40 di febbre fanno desistere chiunque (anche se uno dei più motivati mi ha detto: “tranquillo parto anche con 40…”, l’ho tranquillizzato spiegandogli che non lo porterei io!). Inoltre abbiamo quasi tutti genitori anziani, mogli e figli, quindi può capitare una tegola che ci faccia desistere. Chi teme i “problemi di lavoro dell’ultimo momento” penso che non verrà. Problemi più o meno grandi di lavoro ci saranno sicuramente, ogni giorno si presentano, perché novembre del 2010 dovrebbe essere differente da oggi? Abbiamo solo un vantaggio, il fatto di sapere oggi che in quella data avremo “problemi di lavoro” imprevisti e dovremo decidere di risolverli al ritorno. Sono convinto che quelli che oggi mettono le mani avanti ipotizzando eventi lavorativi improbabili ma assolutamente improcrastinabili, non verranno a Las Palmas. Chi dice: “…beh, capirai che se mi telefona Bill Gates e mi chiede l’azienda…” La risposta deve essere: “…mi dispiace, ne parliamo il 15 dicembre”. Solo se gli amici affrontano così i problemi che arriveranno potranno far parte del team, altrimenti vanno collocati in posizione 9, cioè in panchina! Ebbene si, per risolvere la questione l’unica soluzione è la “panchina lunga”.
L’ultimo interrogativo riguarda come scoprire se qualcuno degli “eletti” mollerà alla fine per la “paura” di affrontare questa avventura. Probabilmente quest’ultima è la questione più facile da risolvere, infatti facendo parecchie miglia insieme e magari in condizioni difficili dovremmo scongiurare questo aspetto. Trovo la “Roma per tutti” un magnifico banco di prova. Notoriamente è una regata ben più dura dell’Arc ma più breve e facendo le opportune tare può fornire le prime indicazioni. Non solo, è utile anche utile per rispondere, almeno in parte, anche agli altri due quesiti, cioè chi creerà problemi caratteriali a bordo.
Non pago di tutte queste riflessioni ed avendo la fortuna di avere un amico che di professione si occupa di “Team building”, ho avuto il piacere di coinvolgerlo. Mi sono affidato a lui per avere consigli sul punto ed ho scoperto che esistono esercizi e simulazioni specifiche proprio per questo e sono sicuro che Giulio ne vorrà presto scrivere.
Ho volutamente tralasciato l’aspetto della preparazione tecnica dell’equipaggio che ritengo abbastanza superabile continuando a navigare e facendo esperienza in Mediterraneo insieme agli amici scelti per ” l’avventura”. Del resto avere degli sconosciuti a bordo, fenomeni al timone e alla tattica ma insopportabili, sarebbe l’ultima delle mie ambizioni.
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